CAVOUR. Un affresco del ‘900, visto attraverso gli occhi di
una persona come tante, nato in un piccolo borgo dell’Appennino, cresciuto
sulla riva del mare di Livorno, catapultato in Piemonte dalla Guerra. Uno
spaccato dell’Italia più vera, un continuo mescolarsi di emozioni e pagine di
vita quotidiana che si intrecciano con quelle della Storia con “S” maiuscola.
Domenica scorsa nel salone consigliare di Cavour, affiancato da
Bruno Gambarotta e dal giornalista Beppe Gandolfo, è stata una storia vera quella raccontata da Augusto Peitavino, cavourese. Una storia racchiusa nel suo romanzo
d’esordio “Tutta questa passione”, che si compone di piccoli affreschi di
un’Italia ancora recente, con personaggi che lottano per sopravvivere, per
salvare i propri cari, dove i valori esistono e la vita si fa sempre più
miserabile, ma è altresì la storia di un Paese che coltiva le proprie passioni
per lo sport e l’arte, dove lo spazio per l’amore è ridotto, ma ancora esiste.
La scrittura lirica e passionale dell’autore costruisce il
linguaggio di una vicenda unica e coinvolgente, in cui egli stesso diventa un
personaggio. Il personaggio è Alfredo Sforzini, nativo di Pescia, ma per
vent’anni residente a Livorno, eroe a Cavour, dove nelle fila partigiana ha
trovato la morte per mano nazi-fascista.
Nel quartiere di Ardenza, a Livorno, Alfredo Sforzini cresce
insieme a suo fratello e all’amatissima sorella Giulia. Negli anni
dell’adolescenza Alfredo si appassiona al gioco del calcio, a quello puro,
epico e poetico degli albori, alle vicissitudini del Livorno, ma non solo, la
musica, un’arte trasmessa da suo padre, lo rapisce e lo cattura. Sono però
anche gli anni del fascismo, che conquista sempre più potere e consensi, sono
anni di difficoltà e di tensione politica, che lo coinvolgeranno in una guerra
mondiale inutile e disperata, fino a sviluppare un sentimento di riscatto e di
ribellione.
Edito da Neos Edizioni, “Tutta questa passione” è in vendita
al prezzo di 13 euro.
(Devis Rosso, La Gazzetta di Saluzzo, 14 novembre 2013)
2 commenti:
Grande Devis, grazie di cuore. Augusto.
Letto. Libro molto bello.
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