giovedì 27 novembre 2014
Saluzzo saluta gli Africani. Smantellato il campo Caritas
SALUZZO | A sorvegliare lo smantellamento delle ultime tende, lunedì mattina, c'erano anche la polizia municipale e i carabinieri. Ma la loro è stata una presenza da semplici osservatori. Tutte le operazioni si sono svolte infatti senza proteste né incidenti.
Si è chiusa così, lunedì scorso, un'altra stagione della frutta per i ragazzi africani che in primavera hanno raggiunto Saluzzo alla ricerca di un posto di lavoro in uno dei distretti agricoli più floridi d'Italia. Erano in pochi l'altro giorno a risiedere ancora nelle tende del campeggio solidale che la Caritas aveva allestito al Foro Boario per prevenire la situazione di emergenza venuta a crearsi lo scorso anno, quando centinaia di braccianti africani costruirono un vero e proprio villaggio, una piccola bidonville fata di capanne di cartone, nylon e legno alle porte di Saluzzo. Quest'anno nulla di tutto questo: una trentina le tende messe a disposizione dalla Caritas, capaci di dare ospitalità ad oltre 220 braccianti. A queste si sono aggiunti i 150 posti dei container Coldiretti e gli alloggi messi a disposizione dai Comuni, per ulteriori 50 posti letto. La maggior parte dei ragazzi africani aveva lasciato Saluzzo, dopo una stagione comunque deludente anche a causa della crisi del comparto frutticolo, già ad ottobre, all'arrivo del primo freddo e delle piogge. Gli ultimi hanno ottenuto una deroga di una decina di giorni dalla Caritas, in attesa di ricevere gli ultimi compensi della raccolta della frutta o semplicemente cercare un luogo dove trascorrere i prossimi mesi. Il cielo grigio, le grandi cataste di rifiuti abbandonate da quelli che sono stati battezzati i migranti della frutta, gli sguardi tristi e delusi dei ragazzi africani che lasciano a Saluzzo non solo le loro poche cose, ma anche la speranza di trovare un lavoro per sè e per le loro famiglie, sono le ultime istantanee di un fenomeno che probabilmente si ripeterà anche la prossima estate, come accade ormai da diversi anni in città. Ora è tempo per la Rete dell'accoglienza, il tavolo di lavoro costituito da Comuni, forze dell'ordine, associazioni di volontariato, di fare il punto della situazione. I passi in avanti per la gestione del problema rispetto agli anni passati si sono visti, ma bisogna guardare al futuro e capire come affrontare il 2015. Intanto i ragazzi africani hanno trovato un portavoce nel Coordinamento bracciantile saluzzese, che nel corso dell'ultimo incontro ha chiesto, senza esito, una maggiore apertura di Comuni e Diocesi affinché siano messi a disposizione dei migranti gli alloggi e le abitazioni sfitte.
(La Gazzetta di Saluzzo - 27 novembre 2014)
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