È già stata ribattezzata la nuova Imu. E in effetti chi ha
avuto modo di prendere conoscenza dei meccanismi di applicazione, come ad
esempio i componenti della commissione bilancio del Comune, ha pochi dubbi: per
i cittadini, ancora alle prese con una crisi che non accenna a terminare, sarà
un nuovo salasso.
Giovedì pomeriggio, con la dottoressa Lorella Nari,
responsabile dei servizi finanziari del comune di Saluzzo, la commissione ha
iniziato il lungo iter che porterà la nuova tassa sui rifiuti che sostituirà la
Tarsu a partire da quest’anno.
La novità più importante è che gli introiti della Tares
dovranno andare a coprire interamente i costi sostenuti dal Comune per la
raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
QUANTO CI COSTA?
I Saluzzesi dovranno versare nelle case comunali 2 milioni e
54 mila euro. A tanto ammonta, nel bilancio di previsione che verrà discusso in
consiglio comunale nelle prossime settimane, il costo di raccolta e smaltimento
rifiuti.
Lo scorso anno, con la Tarsu, il Comune andò a coprire il 90
per cento dei costi totali, risultando tra i municipi già maggiormente
allineati alla nuova tariffa. Un buon segnale che lascia ben sperare per il
2013. In teoria dalla Tares verrà chiesto in media un esborso superiore del 10
per cento rispetto alla tassa rifiuti dello scorso anno. Ma solo in linea
teorica, perché i criteri di applicazione della nuova tassa saranno diversi da
quelli della Tarsu.
Una parte della tariffa sarà calcolata in base ai metri
quadrati di superficie dell’unità abitativa, l’altra sarà determinata dal
numero di persone occupanti l’abitazione, moltiplicato per un coefficiente che
saliranno fino a triplicare per le famiglie costituite da sei o più persone.
Stesso meccanismo verrà applicato alle utenze “non
domestiche”, che saranno distinte in trenta categorie (dai musei alle attività
artigianali, dai ristoranti ai supermercati). La forbice del coefficiente da
applicare in questo caso è decisamente superiore rispetto atte utenze
domestiche arrivando anche a decuplicare nel confronto tra negozi di tendaggi e
tessuti a ristoranti e pizzerie.
I COSTI DEI RIFIUTI
Il decreto sulla Tares parla di costi fissi e di costi
variabili sostenuti dal Comune. dalla somma dei due si ottiene l’importo che il
municipio dovrà recuperare dalla tassa, fino all’ultimo centesimo. Come detto,
a Saluzzo, la Tares dovrà portare nelle casse comunali 2,045 milioni di euro.
Il servizio di raccolta e trasporto rifiuti costa, secondo
le previsioni del 2013, 336mila euro. 339 mila euro il costo del trattamento e
smaltimento dei rifiuti e 511 mila euro quello della raccolta differenziata. A
questi si aggiungono 66 mila euro per il trattamento e il riciclo dei rifiuti,
al netto dei proventi dalla vendita di materiale ed energia derivante da
rifiuti. Complessivamente il “rifiuto” in se stesso costa al comune 1,252
milioni di euro.
A questa cifra occorre però aggiungere 418 mila euro di
costi di spazzamento e lavaggio delle strade, 60 mila euro di costi per accertamenti e
contenziosi, e altri 323mila euro di costi di gestione.
La somma di tutte queste voci porta il totale a 2 milioni e
45mila euro.
LA SIMULAZIONE
Difficile, se non impossibile, dire ora quanto si verrà a
pagare. Spiega Lorella Nari in commissione: «Gli uffici comunali stanno
lavorando alla nuova tassa da oltre due mesi, abbiamo dovuto ricaricare tutte
le utenze e associarle alle nuove categorie. Poi siamo passati alle prime
simulazioni, ma occorrerà rivedere i parametri diverse volte. Lo dicono i primi
dati. Ci siamo trovati di fronte ad utenze che vedono raddoppiare la tassa
rifiuti. Occorre bilanciare i parametri, per non creare scompensi troppo forti
con l’anno precedente».
La commissione bilancio dovrà esprimersi anche sulle
riduzioni. Potranno beneficiarne nella misura massima del 30 per cento le abitazioni
con unico occupante, le abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od
altro uso limitato e discontinuo, i locali, diversi dalle abitazioni, ed aree
scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo,
i fabbricati rurali ad uso abitativo.
Si potrà invece salire fino al 40 per cento per le zone in
cui non è effettuata la raccolta, in relazione alla distanza dal più vicino
punto di raccolta.
Il pagamento della Tares dovrà essere effettuato non tramite
bollettino postale (come per al Tarsu) ma tramite F24. Aggiunge Nari: «I comuni
non hanno l’obbligo di comunicare l’importo alle utenze, ma probabilmente
invieremo una comunicazione a tutti i cittadini. Con ogni probabilità la Tares
sarà dilazionata su due rate, la prima a luglio, la seconda a dicembre, un po’
come per l’Imu».
LE CONSIDERAZIONI
È ancora presto per analizzare nel dettaglio eventuali
manovre o modifiche, ma le prime considerazioni sono arrivate dai consiglieri
presenti in commissione bilancio.
Paolo Peotta (Città da Amare): «La Tares doveva essere
un’imposta per semplificare la vita a enti e cittadini. Si sta rivelando, fin
da ora, un pesante fardello».
Da Aldo Terrigno (Polo civico) e Daniela Contin
(Pdl) arriva invece una considerazione sulla determinazione delle quote da
applicare nel calcolo della Tares: «I costi di spazzamento incidono per il 20
per cento sul costo totale della raccolta rifiuti. Quindi la quota determinata
dalla superficie abitativa dovrebbe essere parificata a questa percentuale e la
rimanente calcolata sul numero di componenti il nucleo familiare».
Fulvia Artusio, vicesindaco e assessore al bilancio
aggiunge: «E’ prematuro parlarne ora. Occorrerà fare altre simulazioni. Di
volta in volta miglioreremo la metodologia di applicazione. Un esempio: gli
anziani che vivono con una badante sono in teoria due nuclei familiari
distinti, ma li conteggeremo come un unico nucleo famigliare».
(Devis Rosso, La Gazzetta di Saluzzo, 14 marzo 2013)
(Devis Rosso, La Gazzetta di Saluzzo, 14 marzo 2013)
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