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giovedì 14 marzo 2013

Saluzzo. Ecco la Tares, un'altra Imu



È già stata ribattezzata la nuova Imu. E in effetti chi ha avuto modo di prendere conoscenza dei meccanismi di applicazione, come ad esempio i componenti della commissione bilancio del Comune, ha pochi dubbi: per i cittadini, ancora alle prese con una crisi che non accenna a terminare, sarà un nuovo salasso.

Giovedì pomeriggio, con la dottoressa Lorella Nari, responsabile dei servizi finanziari del comune di Saluzzo, la commissione ha iniziato il lungo iter che porterà la nuova tassa sui rifiuti che sostituirà la Tarsu a partire da quest’anno.
La novità più importante è che gli introiti della Tares dovranno andare a coprire interamente i costi sostenuti dal Comune per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
QUANTO CI COSTA?
I Saluzzesi dovranno versare nelle case comunali 2 milioni e 54 mila euro. A tanto ammonta, nel bilancio di previsione che verrà discusso in consiglio comunale nelle prossime settimane, il costo di raccolta e smaltimento rifiuti.
Lo scorso anno, con la Tarsu, il Comune andò a coprire il 90 per cento dei costi totali, risultando tra i municipi già maggiormente allineati alla nuova tariffa. Un buon segnale che lascia ben sperare per il 2013. In teoria dalla Tares verrà chiesto in media un esborso superiore del 10 per cento rispetto alla tassa rifiuti dello scorso anno. Ma solo in linea teorica, perché i criteri di applicazione della nuova tassa saranno diversi da quelli della Tarsu.
Una parte della tariffa sarà calcolata in base ai metri quadrati di superficie dell’unità abitativa, l’altra sarà determinata dal numero di persone occupanti l’abitazione, moltiplicato per un coefficiente che saliranno fino a triplicare per le famiglie costituite da sei o più persone.
Stesso meccanismo verrà applicato alle utenze “non domestiche”, che saranno distinte in trenta categorie (dai musei alle attività artigianali, dai ristoranti ai supermercati). La forbice del coefficiente da applicare in questo caso è decisamente superiore rispetto atte utenze domestiche arrivando anche a decuplicare nel confronto tra negozi di tendaggi e tessuti a ristoranti e pizzerie.
I COSTI DEI RIFIUTI
Il decreto sulla Tares parla di costi fissi e di costi variabili sostenuti dal Comune. dalla somma dei due si ottiene l’importo che il municipio dovrà recuperare dalla tassa, fino all’ultimo centesimo. Come detto, a Saluzzo, la Tares dovrà portare nelle casse comunali 2,045 milioni di euro.
Il servizio di raccolta e trasporto rifiuti costa, secondo le previsioni del 2013, 336mila euro. 339 mila euro il costo del trattamento e smaltimento dei rifiuti e 511 mila euro quello della raccolta differenziata. A questi si aggiungono 66 mila euro per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, al netto dei proventi dalla vendita di materiale ed energia derivante da rifiuti. Complessivamente il “rifiuto” in se stesso costa al comune 1,252 milioni di euro.
A questa cifra occorre però aggiungere 418 mila euro di costi di spazzamento e lavaggio delle strade, 60  mila euro di costi per accertamenti e contenziosi, e altri 323mila euro di costi di gestione.
La somma di tutte queste voci porta il totale a 2 milioni e 45mila euro.
LA SIMULAZIONE
Difficile, se non impossibile, dire ora quanto si verrà a pagare. Spiega Lorella Nari in commissione: «Gli uffici comunali stanno lavorando alla nuova tassa da oltre due mesi, abbiamo dovuto ricaricare tutte le utenze e associarle alle nuove categorie. Poi siamo passati alle prime simulazioni, ma occorrerà rivedere i parametri diverse volte. Lo dicono i primi dati. Ci siamo trovati di fronte ad utenze che vedono raddoppiare la tassa rifiuti. Occorre bilanciare i parametri, per non creare scompensi troppo forti con l’anno precedente».
La commissione bilancio dovrà esprimersi anche sulle riduzioni. Potranno beneficiarne nella misura massima del 30 per cento le abitazioni con unico occupante, le abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo, i locali, diversi dalle abitazioni, ed aree
scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, i fabbricati rurali ad uso abitativo.
Si potrà invece salire fino al 40 per cento per le zone in cui non è effettuata la raccolta, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta.
Il pagamento della Tares dovrà essere effettuato non tramite bollettino postale (come per al Tarsu) ma tramite F24. Aggiunge Nari: «I comuni non hanno l’obbligo di comunicare l’importo alle utenze, ma probabilmente invieremo una comunicazione a tutti i cittadini. Con ogni probabilità la Tares sarà dilazionata su due rate, la prima a luglio, la seconda a dicembre, un po’ come per l’Imu».
LE CONSIDERAZIONI
È ancora presto per analizzare nel dettaglio eventuali manovre o modifiche, ma le prime considerazioni sono arrivate dai consiglieri presenti in commissione bilancio.
Paolo Peotta (Città da Amare): «La Tares doveva essere un’imposta per semplificare la vita a enti e cittadini. Si sta rivelando, fin da ora, un pesante fardello».
Da Aldo Terrigno (Polo civico) e Daniela Contin (Pdl) arriva invece una considerazione sulla determinazione delle quote da applicare nel calcolo della Tares: «I costi di spazzamento incidono per il 20 per cento sul costo totale della raccolta rifiuti. Quindi la quota determinata dalla superficie abitativa dovrebbe essere parificata a questa percentuale e la rimanente calcolata sul numero di componenti il nucleo familiare».
Fulvia Artusio, vicesindaco e assessore al bilancio aggiunge: «E’ prematuro parlarne ora. Occorrerà fare altre simulazioni. Di volta in volta miglioreremo la metodologia di applicazione. Un esempio: gli anziani che vivono con una badante sono in teoria due nuclei familiari distinti, ma li conteggeremo come un unico nucleo famigliare».

(Devis Rosso, La Gazzetta di Saluzzo, 14 marzo 2013)

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